Con il termine Equiseto ci si riferisce generalmente all’Equiseto Comune (Equisetum Arvense), detto anche Coda di Cavallo. Il nome deriva dai due termini latini equi e saeta: coda (saeta letteralmente: crine) di cavallo (equi) ed allude alla forma curiosa di questa piccola pianta erbacea, molto diffusa in Italia e, in generale, in Europa, Nord-America ed Asia.
L’equiseto è uno degli ultimi discendenti di un gruppo di piante antichissime, un tempo di dimensioni enormi, che comparvero sulla Terra in epoca preistorica, come dimostrato dal ritrovamento di numerosi resti fossili.
Si tratta di una felce con un fusto lungo circa mezzo metro e senza fiori che cresce in luoghi umidi e freschi, in riva ai torrenti e anche in altura, spesso su terreni argillosi, dai quali ricava silice ed altri sali minerali.
I costituenti principali dell’Equiseto sono il silicio, il calcio, il potassio ed altri sali minerali, l’acido silicico, i flavonoidi e l’equisetonina.
L’utilizzo terapeutico dell’Equiseto è testimoniato dai trattati di medicina più antichi, che ne celebrano le proprietà remineralizzanti, emostatiche, e diuretiche, ma solo all'inizio del secolo scorso fu valorizzato dal punto di vista clinico e farmacologico.
L’Equiseto viene utilizzato nelle terapie della carenza di minerali, soprattutto per aumentare l’elasticità dei tessuti, per accelerare la guarigione delle fratture, per rinforzare ossa, unghie, capelli (in particolare quelli fragili) e cartilagini. Questo perché gli annessi cutanei (unghie, capelli, peli, etc.) sono molto ricchi di silice e perché, nel processo di calcificazione delle ossa, la presenza attiva del silicio (oltre a quella del calcio, del fluoro e del fosforo) favorisce il deposito del calcio. Il suo utilizzo terapeutico viene suggerito per l’osteoporosi, per i reumatismi e per l’artrosi.
L’Equiseto viene utilizzato anche nella cura dei gonfiori delle gambe, delle caviglie pesanti e degli edemi post-traumatici (le classiche “botte”), dell’infiammazione dei reni e delle vie urinarie, dell’acne, delle dermatiti e dell’eccessiva ritenzione idrica. Grazie alle sue proprietà emostatiche, coagulanti ed antinfiammatorie viene inoltre utilizzato per favorire la cicatrizzazione delle ferite, per curare le emorroidi, per curare le infiammazioni delle mucose del cavo orale e della gola, per le perdite di sangue dal naso e per la cura delle varici.
Per uso interno e fitoterapico è soprattutto indicato come diuretico, grazie alla presenza di sali. Esercita inoltre un’ottima azione depurativa, disintossicante ed astringente.
Può essere di aiuto come complemento nelle cure dimagranti, nel mantenimento e nel miglioramento dell’elasticità cutanea. Preserva la cute dalla formazione delle rughe e dall'invecchiamento e combatte efficacemente la cellulite. Ha un’azione anticancerogena (aiuta ad eliminare scorie metaboliche come la nicotina) ed è indicato persino per chi intende smettere di fumare. Per le sue proprietà abrasive viene utilizzato anche nel settore cosmetico nei prodotti esfolianti per il peeling.
La medicina cinese, oltre che in quasi tutti i casi sopraccitati, lo utilizza anche nella terapia della dissenteria e per le ulcere.
Alcune Curiosità:
I greci ed i latini, prima e dopo le guerre, usavano fare una miscela a base di Equiseto che davano in pasto ai cavalli per garantirgli una buona riserva di ferro ed energia. Anche oggi l’Equiseto è largamente utilizzato negli integratori per questi animali.
I fusti dell’Equiseto possono essere cotti e consumati come gli asparagi (anche se il gusto è decisamente diverso) dopo esser stati lasciati a bagno a lungo con acqua e limone. Possono essere cotti col burro o esser utilizzati come ingrediente di gustose polpette gratinate con ricotta, uova, aglio, pangrattato, peperoncino, burro e sale.